Sorrento è una delle destinazioni preferite in Italia, attraverserai le stradine tipiche accompagnato dai profumi dei vicini limoneti e scoprendo le sue origini greche e romane. Dalla Villa Comunale a Piazza Tasso, passando per Sedil Dominova ed ammirando infine anche il maestoso Duomo che domina la via principale, il Corso Italia. Sulla strada per Positano e Amalfi avrai la possibilità di ammirare la famosa costa immersa nel mare, nella storia e nella natura. Giardini rigogliosi e buganvillea riempiono la terrazza delle affascinanti case color pastello che dominano il territorio. Amalfi è preferita dai visitatori per la sua bellezza paesaggistica, il mare e l’architettura originale come il famoso Duomo di Sant’Andrea.
Ma da dove deriva il nome Positano?
Positano è forse il paese più conosciuto della costiera amalfitana. È una destinazione turistica molto famosa con spiagge di pietre e piccole stradine ricche di negozi, bar e tipici artigiani. La cupola in maiolica della Chiesa di Santa Maria Assunta e un’icona dell’arte bizantina dedicata alla Vergine Maria del XIII secolo. Il fascino del mare si unisce alla tradizione locale che insieme alle attrazioni paesaggistiche attrae migliaia di visitatori.
Secondo la leggenda, nella notte del 14 agosto una banda di pirati saraceni sbarcò sulla Spiaggia Grande di Positano. Misero a ferro e fuoco il paese con una serie di razzie e violenze e trafugarono l’immagine sacra del quadro della Madonna nera, un’icona bizantina del XII secolo, quando erano quasi salpati dal molo, scoppiò una furibonda tempesta che coinvolse vento e mare, si udì così la voce della Vergine che chiedeva di essere lasciata a terra: “Posa, Posa!”. E da qui nacque il nome: Positano. I marinai obbedirono e, convertendosi alla fede cristiana, portarono il veliero verso l’insenatura dove la Madonna venne sbarcata. Nel luogo in cui fu ritrovata la sacra immagine, fu edificata una chiesa in onore della Vergine e attorno vi sorse il paese.
Nei secoli questo mito si è perpetrato nella memoria popolare, con celebrazioni religiose e spettacolari fuochi pirotecnici. Centinaia di barche e yacht arrivavano ogni anno nella piccola baia da tutte le località della Costiera Amalfitana e dalla Costa Sorrentina, da Castellammare a Sorrento, da Salerno ad Amalfi, per ammirarli dal mare mentre si innalzano nel cielo a mezzanotte, ripiegandosi poi nei riflessi delle onde.
Su ogni terrazza e balcone si creano tutt’oggi gruppi di persone che ammirano lo spettacolo di luci, colori e suoni della festa di ferragosto, il 15 agoato, che mescola riti sacri e profani, antiche credenze, suoni e tradizioni popolari. Una spettacolare rievocazione storica: circa quattrocento attori e figuranti con caratteristici costumi mettevano in scena lo sbarco dei saraceni e l’intervento miracoloso della Madonna, quindi il finto incendio del paese e il rapimento delle vergini. Infine, ci si recava in spiaggia fino a tardi per mangiare pane e melone, nella più classica tradizione positanese.
La tradizione marinaresca di Amalfi
Amalfi è sicuramente nota per il suo maestoso Duomo, consacrato a Sant’Andrea. Il Tempio, costruito nel IX secolo, fu più volte ristrutturato, fino al definitivo rifacimento seguito al terremoto del 1861. Noto anche il chiostro detto del Paradiso, eretto nel 1266 dall’arcivescovo Filippo Austroungarico in stile arabeggiante. Tanti popoli hanno attraversato questi territori e hanno lasciato tradizioni ed usi rimasti nella storia moderna, ma ciò che più rimane impresso è la tradizione marinaresca del popolo amalfitano.
Amalfi per tutto il Medioevo ebbe una numerosa e potente flotta, sia militare mercantile. Quella militare fu più volte vittoriosa soprattutto nelle battaglie combattute contro gli Arabi in difesa della cristianità, nell’ 849 le navi di Amalfi contribuirono a salvare Roma dall’mattacco di una potente flotta musulmana. Per la costruzione delle navi da guerra Amalfi aveva un arsenale in muratura del quale oggi restano due corsie divise da dieci pilastri ed è l’unico esempio sopravvissuto di arsenale medioevale in Italia meridionale. Le navi mercantili, venivano costruite sugli arenili, che erano indicati con il termine bizantino di scaria. Lo scarium di Amalfi medioevale si trova oggi sotto il mare di fronte alla città, dove sono stati di recente scoperti moli ed attracchi di età medioevale. Le strutture portuali furono sommerse a seguito di una frana sottomarina provocata da una tempesta di Libeccio, tra il 24 e il 25 novembre 1343. Questo fenomeno diede il colpo di grazia ad una situazione mercantile e marinara già in declino.
Della storia marinara di Amalfi oggi restano, oltre all’ arsenale, il codice marittimo denominato Tabula de Amalpha e la tradizione dell’invenzione della bussola. Tale codice è conservato in una copia cartacea seicentesca presso il Museo civico; esso fu elaborato tra l’XI ed il XIV secolo e i suoi capitoli contengono sorprendenti notizie a riguardo dell’avanzata e progredita società marinara amalfitana.
Sorrento e i suoi limoni
Chi dice limoni dice Sorrento! questo frutto è coltivato nei tradizionali agrumeti sparsi per tutte le colline della Penisola Sorrentina e si ambienta magnificamente nel territorio affascinante e suggestivo che lo ospita.
La sua polpa color giallo vico ed il suo succo acido lo rendono inconfondibile e famoso in tutto il mondo per il suo ineguagliabile profumo. Amato già all’epoca degli antichi romani, fu protagonista anche di molti dipinti del periodo, ritrovati anche negli scavi delle vicine Pompei ed Ercolano. Usato da sempre per condire i piatti tipici della cucina mediterranea, dall’aperitivo al dolce, ma soprattutto per la preparazione del limoncello. Questo liquore digestivo vanta la sua nascita agli inizi del ‘900, ma nessuno sa dire se l’origine sia caprese, sorrentina o amalfitana. si ottiene lasciando macerare le scorze di limone nell’alcool per poi aggiungere lo sciroppo di acqua e zucchero e lasciato maturare per settimane prima di raggiungere il suo classico colore giallo vico. non può mancare sulle tavole alla fine di ogni pasto. non ne potrete più fare a meno!
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