Napoli

Napoli

In una terra di leggende come la Campania, anche le origini di Napoli vengono legate al mito. Quello di Ulisse, capace di resistere ai canti delle sirene a tal punto che una di loro, Partenope, si sarebbe lasciata morire proprio qui a causa di ciò. E greche sono le origini accertate dell’antica Palaepolis, mentre dalla vicina Cuma provenivano i fondatori di Neapolis, che per tutta l’età romana e paleocristiana non brillò per importanza a causa della vicina Pozzuoli. Fu quando i normanni vi fondarono castel dell’Ovo che Napoli cominciò a crescere; in tale direzione la guidarono poi tutti i suoi signori: dai d’Angiò agli Aragonesi, dai governatori spagnoli agli Austriaci, dai Borbone ai Francesi. Fino ai Savoia, con i quali entrò nel Regno sabaudo divenendo la più popolosa città dell’Italia del tempo. La storia del ‘900 ha visto l’esplodere dei problemi demografici legati al sovrappopolamento e alla mancanza di lavoro, le distruzioni della seconda guerra mondiale e la ricostruzione dissennata, cui si Ú cominciato a porre rimedio.
È lo stesso impianto ortogonale del centro storico di Napoli uno dei monumenti della città. Questa lo ha sempre rispettato, sostituendovi le costruzioni di epoca greca e romana (sono spesso nascoste nei sotterranei) con palazzi e chiese che documentano tutte le correnti artistiche italiane. Dal gotico dei d’Angiò al rinascimento degli Aragonesi, fino all’epoca d’oro per eccellenza di Napoli, costituita dal barocco e dal rococò. Impossibile dire quale chiesa esprima meglio questo estro naturale di sposare marmi, stucchi e dipinti. Certo Ú, comunque, che veramente insuperabili sono la certosa di S. Martino come il chiostro di S. Chiara, la cappella del Tesoro di S. Gennaro come S. Gregorio Armeno. E, a ben vedere, arte Ú anche la straordinaria successione di viste regalata da una posizione geografica con pochi uguali al mondo. Da Spaccanapoli a Marechiaro, sono tantissimi i punti panoramici per eccellenza, splendidi sebbene forte e selvaggia sia stata l’espansione edilizia del secondo dopoguerra.

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