Piccola città in provincia di Napoli, nella Pianura Circumvesuviana, alla destra del basso corso del fiume Sarno. L’antico centro romano, di cui restano straordinarie vestigia, fu distrutto nel I secolo da un’eruzione del Vesuvio: dobbiamo a Plinio il Giovane la descrizione della catastrofe.
In una luminosa giornata d’inverno del 62 d.C., sotto il regno di Nerone, tutta la regione dei Campi Flegrei fu sconvolta da un disastroso terremoto. Diciassette anni dopo, nel 79 d.C., Pompei venne sorpresa da una violenta eruzione del Vesuvio: fu una pioggia di massi incandescenti che si riversarono sulle vie, sulle piazze, sui negozi e sulle case della città . Poi piovvero frammenti di pietra pomice, che coprirono il suolo per un’altezza di tre metri, seguiti da una nevicata di cenere così delicata e leggera che persino le uova e il pesce sulla tavola di una delle case della città si conservarono intatti. Solo alla fine del Settecento gli scavi hanno riportato alla luce il reticolo della cittadina e i suoi edifici: un complesso monumentale che, insieme a quello di Ercolano, costituisce un patrimonio archeologico di importanza straordinaria sia per il suo valore di documento storico sia per la sua eccezionale forza evocatrice.